TERAMO – Entro 100 giorni dall’insediamento della nuova amministrazione, qualora fosse eletto sindaco, Gianguido D’Alberto intende ripartire dal progetto di rcupero del teatro romano votato in Consiglio comunale nel dicembre 2010 con il quale fu deliberato all’unanimità che il recupero dovesse avvenire esclusivamente attraverso l’abbattimento di Palazzo Savini e Palazzo Adamoli. Il candidato sindaco di Insieme Possiamo e del cartello di liste civiche, individua nel suo programma elettorale la convocazione del Forum sul bene archeologico «con il quale condividere le scelte strategiche sul recupero del monumento»: è infatti inserito tra le priorità, «nell’ambito di una vera politica culturale che sia anche volano di sviluppo turistico ed economico per la città – dice D’Alberto – per recuperare i ritardi lasciati in eredità dalla passata amministrazione». «Un progetto – dice – che deve necessariamente essere condiviso con la città, nell’ottica di una partecipazione dei cittadini a quelle scelte che incidono in maniera determinante sulla rinascita sociale, culturale ed economica del territorio, e su cui si gioca la partita del rilancio di un capoluogo che oggi vive una situazione di degrado che è sotto gli occhi di tutti». Quello del recupero pieno e funzionale del Teatro Romano è un tema centrale nel programma della coalizione del candidato sindaco Gianguido D’Alberto, che ieri pomeriggio ha partecipato all’assemblea cittadina organizzata nella sala convegni dell’Hotel Abruzzi dal comitato promotore per il referendum per ascoltare le sollecitazioni che arrivano dal territorio. Una battaglia, quella referendaria, che ha già raccolto mille firme. Tra queste quella del candidato sindaco, che tra i punti cardine del suo programma ha proprio la modifica del regolamento sui referendum comunali con l’obiettivo di agevolarne lo svolgimento». La vicenda del Teatro Romano evidenzia, simbolicamente e concretamente, il fallimento della passata amministrazione nella politica culturale e nella valorizzazione dei relativi punti – sottolinea D’Alberto – con contorni grotteschi e quasi offensivi nei confronti dei cittadini che da decenni ormai attendono e combattono per il buon esito dell’opera. A fronte dei numerosi annunci registrati in questi anni, infatti, sul recupero del monumento si è registrata una sostanziale inerzia. Ad oggi non esiste ancora nessun progetto definitivo esecutivo, con la totale incertezza su tempi e modalità per la realizzazione dell’intervento e con il rischio di perdere i relativi finanziamenti».
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